Ogni anno (quest’anno cade Lunedì 04 Marzo 2019) si ricorda Shivaratri: la notte del grande Shiva. In India è una festività nazionale. Nei dieci giorni precedenti la festività ci si prepara con un digiuno e, la notte, si veglia in preghiera. Questa è l’unica Luna nuova dell’anno che sia completamente invisibile, le cui energie in arrivo sono esclusivamente Yang (maschili). Si pensa che, durante questa notte, Shiva si sia manifestato nella Tandava Nritya, la danza della primordiale creazione, preservazione e distruzione. I Templi dedicati a Shiva si riempiono di devoti ed il Lingam, simbolo fallico della Divinità è, ogni tre ore, lavato con le cinque offerte sacre delle mucche: latte, latte acido, urina, burro e sterco e si offrono, alla Divinità, i cinque cibi dell’immortalità: latte, miele, yogurt, zucchero e burro chiarificato. Si cantano Inni e Mantra, seduti intorno al fuoco, donando offerte di granaglie alle fiamme. L’insegnamento spirituale che ci offre la notte di Shivaratri è quello di nutrirci esclusivamente di pensieri puri ed elevati. Una leggenda racconta di come, durante il ribollire dell’oceano di latte primordiale, comparve dal fondo una brocca piena di veleno, che rischiava di distruggere il mondo, Shiva lo salvò bevendo il veleno, ma non lo inghiottì e lo trattenne nella gola. Ciò gli procurò la colorazione blu che spesso si vede nell’iconografia. Si narra che, pur sopportando il veleno, Shiva dovette vegliare tutta la notte per guarire. Gli altri Dei lo aiutarono a rimanere sveglio con canti e danze. Così i fedeli, la notte di Shivaratri, tengono compagnia al Divino.</p>