Quando ci si corica la notte, si è consapevoli di tutti gli eventi del giorno e del mondo intero. Pian piano la mente “spegne” ogni cosa, gli eventi del giorno svaniscono e si è consapevoli solo del letto nel quale si è distesi. Poi si diviene consapevoli solo del corpo, dell’intero corpo, dalla testa ai piedi, perfino la presenza della persona amata che è distesa al fianco sfugge alla consapevolezza.
In quel momento inizia la ritrazione dai sensi di azione. Ci si dimentica delle mani e dei piedi, si può ancora udire i suoni e si può appena scorgere la luce. Poi anche i sensi cognitivi si addormentano, ma si è ancora consapevoli. E’ proprio in questo momento che si diviene consapevoli di una qualche forma di vita, di una luce. E’ il momento in cui si è in contatto con il “Sè interiore”. Si diventa consapevoli di quel puro Sè che non è né i sensi di azione né i sensi di cognizione, che non é il respiro. Si diventa consapevoli solo di quel campo di forze coscienti: la pura “Energia di Consapevolezza”.
Purtroppo non si sa come restare in questa condizione. Così “si spenge” anche questa condizione e ci si addormenta. Al contrario lo yogi rimane in questa condizione, entra in Yoga-Nidra. Si tratta di uno “stato di coscienza” molto elevato; tutti noi possiamo avvicinarci sempre più a questa condizione attraverso la pratica continua e misurata.
Lo Yoga-Nidra ha molti livelli e per comprenderlo pienamente occorre essere in grado di osservare il momento preciso che precede l’addormentarsi. Lo Yoga-Nidra può costituire un passo verso la padronanza del corpo (il corpo che comprende la mente), può assicurare più anni da vivere nel proprio corpo, ma… solo quando si è compreso di non essere il corpo si potrà estendere la permanenza in esso, poiché qualunque cosa si desideri trattenere con forza, verrà sottratta con altrettanta forza mentre tutto ciò a cui si rinunzia, si accetta, si lascia andare, verrà dato con determinazione.
…Buon Yoga-Nidra!!!